Aveva conquistato la
fiducia e la gratitudine di Philip per il modo in cui si era occupato
delle rovine; ma Philip lo vedeva ancora come un muratore a giornata.
Doveva convincere il priore che era capace di progettare e costruire una
cattedrale.
Una domenica, circa due mesi dopo la
partenza di Ellen, si sentì pronto per incominciare a disegnare.
Preparò una stuoia di canne e fuscelli di circa tre piedi per due, con
i bordi rialzati di legno. Poi bruciò un po' di gesso, vi aggiunse una
piccola quantità d'intonaco forte, e riempi con il miscuglio quella
specie di vassoio. Quando la calce cominciò a indurirsi, vi tracciò le
linee con un ago. Usava il regolo di ferro per le linee diritte, la
squadra per gli angoli retti e i compassi per le curve.
Intendeva fare tre disegni: una sezione, per spiegare in
che modo era costruita la chiesa; un prospetto per illustrarne le
proporzioni; e una planimetria per mostrare le sistemazioni. Incominciò
con la sezione.
Immaginò che la cattedrale fosse come una pagnotta
allungata; poi tagliò la crosta all'estremità occidentale per vedere
l'interno e cominciò a disegnare.
Era molto semplice. Tracciò un'arcata alta e piatta. Era
la navata, vista dal fondo. Avrebbe avuto il soffitto piatto di legno,
come la vecchia chiesa. Tom avrebbe preferito una volta curva di pietra,
ma sapeva che Philip non avrebbe potuto permettersela.
Sopra la navata disegnò un tetto triangolare. La larghezza
della costruzione era determinata da quella del tetto, che a sua volta
era limitata dal legname disponibile. Era difficile trovare travi lunghe
più di trentacinque piedi... ed erano tremendamente costose. (Il buon
legname era cosi prezioso che spesso un bell'albero veniva abbattuto e
venduto dal padrone assai prima che diventasse molto alto.) La navata
della cattedrale di Tom sarebbe stata larga trentadue piedi, il doppio
della sua asta di ferro.
La navata che aveva disegnato era alta, assurdamente
alta. Ma una cattedrale doveva far colpo e ispirare soggezione con le
dimensioni, e attirare l'occhio verso il cielo con le sue linee
slanciate. Una delle ragioni per cui la gente accorreva era che si
trattava degli edifici più grandi del mondo; un uomo che non era mai
entrato in una cattedrale poteva passare tutta la vita senza vedere una
costruzione più grande della casupola in cui abitava.
Purtroppo, la chiesa che Tom aveva disegnato sarebbe
crollata. Il peso delle lamine di piombo e del legname del tetto sarebbe
stato eccessivo per i muri, che avrebbero ceduto. Sarebbe stato
necessario puntellarli.
Perciò Tom costruì due archi a tutto sesto, per metà
dell'altezza della navata, uno per parte. Erano le navate laterali.
Avrebbero avuto soffitti curvi di pietra; e dato che erano più basse e
più strette, le volte di pietra non venivano a costare troppo. Ogni
navata laterale avrebbe avuto il tetto spiovente.
Queste navate, unite a quella centrale dalle volte di
pietra, fornivano un certo sostegno, ma non erano abbastanza alte. Tom
avrebbe costruito altri supporti a intervalli, nello spazio del tetto
delle navate laterali, sopra il soffitto a volta e sotto il tetto
spiovente. Ne disegnò uno: un arco di pietra che saliva dalla sommità
del muro della navata laterale e giungeva a quello della navata
centrale. Nel punto dove il supporto poggiava sul muro della navata
laterale, Tom lo rafforzò ancora di più con un contrafforte massiccio
che spuntava dal fianco della chiesa. Disegnò una torretta sopra il
contrafforte, per aggiungere peso e renderlo più aggraziato.
Non era possibile creare una chiesa alta e imponente senza
gli elementi delle navate laterali, i supporti e i contrafforti, ma
poteva essere difficile spiegarlo a un frate, e Tom aveva tracciato lo
schizzo perché fosse più chiaro.
Disegnò anche le fondamenta che scendevano a grande
profondità. I profani si stupivano sempre che fossero tanto profonde.
Il disegno era semplice, troppo semplice per essere utile
ai costruttori: ma sarebbe andato bene per mostrarlo al priore Philip.
Tom voleva che capisse cosa gli proponeva, visualizzasse la costruzione
e se ne entusiasmasse. Era difficile immaginare una chiesa solida e
concreta quando avevi davanti a te pochi tratti scalfiti nel gesso.
Philip aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile.
I muri che aveva disegnato sembravano pieni, visti in
quella prospettiva, ma non lo sarebbero stati. Tom incominciò a
disegnare la veduta laterale del muro della navata, come sarebbe apparsa
dall'interno della chiesa. Era traforato su tre livelli. La metà
inferiore non era un vero muro: era una fila di colonne, con le sommità
congiunte da arcate semicircolari. Si chiamava colonnato. Al di là del
colonnato si vedevano le finestre a tutto sesto della navata laterale.
Le finestre dovevano essere perfettamente allineate con gli archi, in
modo che la luce proveniente dall'esterno potesse entrare indisturbata
nella navata centrale. Le colonne in mezzo sarebbero state allineate con
i confrafforti dei muri esterni.
Al di sopra di ogni arco c'era una fila di tre archi più
piccoli che formavano la galleria. Non avrebbero dato luce, tuttavia,
perché dietro quegli archi stava il tetto spiovente della navata
laterale.
Sopra la galleria c'era il clerestorio, così chiamato
perché era perforato dalle finestre che davano luce alla metà
superiore della navata centrale.
Quando era stata costruita la vecchia cattedrale di
Kingsbridge, i muratori avevano preferito i muri robusti e avevano
inserito solo piccole finestre che lasciavano passare pochissima luce. I
costruttori moderni capivano che un edificio sarebbe stato
sufficientemente solido se avesse avuto i muri diritti a piombo.
Tom disegnò i tre livelli del muro della navata centrale:
colonnato, galleria e clerestorio, nella proporzione rigorosa di 3:1:2.
Il colonnato era metà dell'altezza del muro, e la galleria era un terzo
del resto. In una chiesa la proporzione era tutto: dava un senso
ine-spresso di esattezza all'intero edificio. Mentre studiava il disegno
finito, Tom pensò che aveva un'eleganza perfetta. Ma l'avrebbe pensato
anche Philip? Tom vedeva le file degli archi allineati nella lunghezza
della chiesa, con le modanature e i fregi scolpiti che spiccavano nel
sole del pomeriggio... Ma le avrebbe viste anche Philip?
Incominciò il terzo disegno. Era una pianta della chiesa.
Con l'immaginazione vedeva i dodici archi del colonnato. La chiesa,
quindi, era divisa in dodici sezioni chiamate campate. La navata sarebbe
stata lunga sei campate, l'abside quattro. Nel mezzo, nello spazio della
settima e dell'ottava campata, si sarebbero innestati i bracci di
transetto, e in alto sarebbe svettato il campanile.
Tutte le cattedrali e quasi tutte le chiese erano a forma
di croce. La croce era il simbolo più importante del Cristianesimo,
naturalmente: ma c'era anche una ragione pratica: i transetti offrivano
spazio utile per cappelle e altri vani come la sacrestia e la sala per
le riunioni.
Quando ebbe disegnato una semplice pianta, Tom tornò al
disegno centrale, che mostrava l'interno della chiesa visto
dall'estremità occidentale. Ora disegnò il campanile che sorgeva
dietro la navata centrale.
Il campanile doveva essere alto una volta e mezzo l'altezza
della navata, oppure il doppio. L'alternativa più bassa conferiva alla
costruzione un profilo piacevolmente regolare, con le tre navate e il
campanile che s'innalzavano con una scansione regolare, 1:2:3. Il
campanile più alto sarebbe stato più sensazionale, perché la navata
avrebbe dovuto essere il doppio di quelle laterali, e la torre
campanaria il doppio della navata centrale, con le proporzioni 1:2:4.
Tom aveva scelto la soluzione più drammatica: quella era l'unica
cattedrale che avrebbe costruito, e voleva che arrivasse al cielo. Si
augurava che anche Philip la pensasse come lui.
Se il priore avesse accettato il progetto, Tom avrebbe
dovuto ridisegnarlo con più cura e in perfetta scala. E ci sarebbero
stati tanti disegni, a centinaia: plinti, colonne, capitelli,
modiglioni, torrette, scale, mascheroni e altri innumerevoli
particolari... Tom avrebbe continuato a disegnare per anni. Ma ciò che
aveva davanti era l'essenza dell'edificio, ed era valido: semplice, poco
dispendioso, elegante e ben proporzionato.
Non vedeva l'ora di mostrarlo a qualcuno. Aveva deciso di
lasciare che la calce s'indurisse e di trovare un momento opportuno per
portarlo al priore Philip. Ma adesso che l'aveva terminato, desiderava
che Philip lo vedesse subito. Philip l'avrebbe giudicato presuntuoso?
Non gli aveva chiesto di preparare un disegno. Poteva darsi che avesse
in mente un altro mastro costruttore, qualcuno di cui aveva sentito
parlare perché aveva lavorato per un altro monastero e aveva fatto un
buon lavoro. O forse avrebbe deriso le aspirazioni di Tom. D'altra
parte, se Tom non gli avesse mostrato qualcosa, Philip avrebbe potuto
presumere che non sapeva fare progetti, e magari avrebbe ingaggiato
qualcun altro senza pensare a lui. Tom non era disposto a rischiare:
preferiva essere giudicato presuntuoso. Era ancora chiaro. Nel chiostro
doveva essere l'ora dello studio. Philip era sicuramente nella casa del
priore, a leggere la Bibbia. Tom decise di andare a bussare alla sua
porta. Prese con delicatezza il disegno, e uscì. Mentre passava accanto
alle rovine, la prospettiva di costruire una cattedrale nuova gli
sembrò di colpo sconvolgente; tutte quelle pietre, tutto quel legname,
tutti gli operai, e tutti gli anni... Avrebbe dovuto controllare ogni
cosa, assicurarsi che vi fosse una fornitura regolare di materiali,
esaminare la qualità del legname e della pietra, assumere e licenziare
gli uomini, esaminare instancabilmente il loro lavoro con il filo a
piombo e la livella, fare i tempiali per le modanature, progettare e
costruire macchine per sollevare i pesi... E si chiese se ne sarebbe
stato davvero capace. Poi pensò che sarebbe stato esaltante creare
qualcosa dal nulla; vedere, nel futuro, una chiesa nuova lì dove adesso
c'erano soltanto macerie, e poter dire: l'ho fatta io. .
(...)
|
Arrivò alla casa del priore. Era una piccola
costruzione di pietra a un piano. La porta era aperta, nonostante il
freddo. Esitò un istante. Devi mostrarti calmo, competente, esperto.
Un maestro che conosce ogni aspetto dell'edilizia moderna. Un uomo che
può ispirare una fiducia assoluta.
Tom entrò. C'era un'unica stanza.
In fondo c'era un grande letto dai tendaggi lussuosi; dall'altra
parte, un piccolo altare con un crocifisso e un candeliere. Il priore
Philip stava accanto alla finestra e leggeva un foglio di pergamena
con aria preoccupata. Alzò la testa e sorrise a Tom. « Che cosa
mi hai portato?»
« Disegni, padre » disse Tom, con voce
profonda e rassicurante. « Per una nuova cattedrale. Posso
mostrarveli? »
Philip era sorpreso ma interessato. « Certamente.
»
In un angolo c'era un grande leggio. Tom lo portò
alla luce accanto alla finestra e vi posò la lavagna di calce
incorniciata. Philip guardò il disegno e Tom osservò il suo volto.
Era facile capire che non aveva mai visto un disegno prospettico, una
pianta o una sezione di un edificio: aveva un'aria perplessa.
Tom
cominciò a spiegare. Indicò il prospetto. « Questo vi mostra
una campata della navata » disse. « Immaginate di essere al
centro e di guardare verso il muro. Ecco il colonnato. Le colonne sono
unite da archi. Attraverso gli archi potete vedere le finestre della
navata laterale. Sopra il colonnato c'è la galleria, e sopra la
galleria le finestre del clerestorio. »
L'espressione di Philip
lasciò intendere che aveva compreso. Imparava rapidamente. Guardò la
pianta, e Tom capì che anche quella lo sconcertava.
Tom disse: « Quando facciamo il giro del cantiere e segniamo i punti dove
sorgeranno i muri e dove i pilastri s'innestano nel terreno, e le
posizioni delle porte e dei contrafforti, avremo un disegno come
questo, e ci dirà dove piazzare i pioli e le funicelle » .
Anche
questa volta Philip s'illuminò. Non era male, pensò Tom, che il
priore faticasse un po' a capire i disegni: anzi, dava a lui la
possibilità di mostrarsi sicuro ed esperto. Finalmente, Philip
guardò la sezione e Tom spiegò: « Ecco la navata principale, al
centro, con il soffitto di legno. Qui dietro c'è il campanile. Ed
ecco le navate laterali. Ai lati esterni di queste ultime ci sono i
contrafforti ».
« Mi sembra splendido » disse Philip.
Tom si era accorto che la sezione l'aveva interessato particolarmente,
con l'interno della chiesa che si offriva alla vista come se
l'estremità orientale fosse stata aperta come l'anta di un armadio
per rivelare ciò che conteneva.
Philip guardò di nuovo la pianta. « La navata principale ha soltanto sei campate?
»
«
Sì, e quattro l'abside. »
« Non è un po' piccola? »
« Potete permettervi di costruire una chiesa più grande?
»
« Non posso permettermi di costruirla » disse Philip.
«
Credo che tu neppure immagini cosa verrebbe a costare. »
«
So esattamente cosa verrebbe a costare » disse Tom, e notò
l'espressione sorpresa sul volto di Philip; il priore non aveva
immaginato che fosse in grado di fare un preventivo. Aveva passato
molte ore calcolando il costo del progetto fino all'ultimo penny.
Comunque diede a Philip una cifra tonda. « Non sarebbe più di
tremila sterline.»
Philip rise, senza allegria. « Ho passato
le ultime settimane calcolando le rendite annuali del priorato. »
Sventolò il foglio di pergamena che stava leggendo quando Tom era
entrato. « Ecco la risposta. Trecento sterline l'anno. E
spendiamo tutto. »
Tom non era sorpreso. Si capiva che in passato
il priorato era stato amministrato male. Ma era sicuro che Philip
avrebbe rimesso ordine nelle finanze. « II denaro lo troverete,
padre » disse. « Con l'aiuto di Dio » soggiunse
piamente.
Philip rivolse di nuovo l'attenzione ai disegni. Non
sembrava convinto. « Quanto tempo occorrerebbe per costruirla? »
« Dipende dal numero delle persone che impiegate »
rispose Tom. « Se ingaggiate trenta muratori e un numero
sufficiente di manovali, apprendisti, carpentieri e fabbri che
collaborino con loro, potrebbero bastare quindici anni: uno per le
fondamenta, quattro per l'abside, quattro per i transetti e sei per la
navata principale. »
Anche questa volta Philip sembrava
impressionato. « Vorrei che i miei amministratori monastici
sapessero fare calcoli e previsioni come te » disse. Osservò
malinconicamente i disegni. « Quindi dovrei trovare duecento
sterline l'anno. Detto così, non sembra poi tanto male. » Aveva
assunto un'aria pensierosa, e Tom si sentì emozionato. Philip
cominciava a convincersi che era un progetto realizzabile, non un'idea
astratta. « E se potessi permettermi di pagare di più... potremmo
costruire più in fretta? »
« Solo fino a un certo punto » rispose prudentemente Tom. Non voleva che Philip diventasse
troppo ottimista: questo poteva portare a una delusione. «
Potreste ingaggiare sessanta muratori e costruire l'intera chiesa
contemporaneamente, anziché lavorare da est verso ovest; e con questo
sistema potrebbero bastare otto o dieci anni. Ma se fossero più di
sessanta muratori, in un edificio come questo, comincerebbero a starsi
fra i piedi a vicenda e rallenterebbero il lavoro. »
Philip
annuì. Questo sembrava capirlo senza difficoltà. « Ma anche con
trenta muratori soltanto, potrei avere la parte est completata in
cinque anni. »
« Sì, e potreste usarla per i riti
religiosi, e creare un nuovo sacello per le ossa di sant'Adolfo.
» « Ma certo. » Philip era davvero entusiasta. « Pensavo
che sarebbero passati decenni prima che potessimo avere una chiesa
nuova. » Lanciò un'occhiata acuta a Tom. « Hai mai
costruito una cattedrale prima d'ora? »
« No, anche se ho
progettato e costruito chiese più piccole. Però ho lavorato nella
cattedrale di Exeter per parecchi anni; ero diventato vice
capocostruttore. »
« Tu vuoi costruire personalmente questa
cattedrale, no? »
Tom esitò. Era meglio essere sincero con
Philip che non tollerava le prevaricazioni. « Sì, padre. Voglio
che mi nominiate mastro costruttore » disse con tutta la calma di
cui era capace.
« Perché? »
Tom non si era aspettato quella
domanda. C'erano tante ragioni. "Perché l'ho visto fare
malamente e so che potrei farlo molto meglio" pensò.
"Perché per un maestro artigiano non c'è nulla di più
piacevole che servirsi delle sue capacità, se non fare l'amore con
una bella donna. Perché è una cosa che da significato alla vita di
un uomo." Qual era la risposta che Philip avrebbe preferito?
Probabilmente, avrebbe gradito una frase pia. Avventatamente, Tom
decise di dire la verità. « Perché sarà bellissima »
disse.
Philip lo guardò in modo strano. Non si capiva se era in
collera o che altro. « Perché sarà bellissima » ripetè
Philip. Tom cominciò a pensare che era una ragione sciocca, e pensò
di aggiungere qualcosa; ma non seppe decidersi. Poi si accorse che
Philip non era scettico... era commosso. Le sue parole gli avevano
toccato il cuore. Alla fine annuì, come per dichiararsi d'accordo
dopo una certa riflessione. « Sì. E cosa può esservi di meglio
che fare qualcosa di bellissimo per Dio? »
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